giovedì 31 dicembre 2015

Andrea Camilleri - TRILOGIA DELLE METAMORFOSI - Sellerio Editore 2007-2008-2009 - € 10,00, € 11,00, € 12,00























La grandezza di un autore consiste soprattutto nel non chiudersi in un modello narrativo, in un solo genere, assunto una volta per tutte. Indiscutibilmente sotto questo aspetto, Andrea Camilleri è un vero gigante. La sua proverbiale capacità di spaziare in tutti i generi letterari, è comprovata dalla importante bibliografia che ne fa uno scrittore tra i più prolifici del nostro paese, con tirature consuete solo ai "maestri di best-seller" d'oltre oceano.

Questa trilogia si discosta totalmente dai precedenti lavori dell’autore, per il suo carattere fantastico, che nasce da certi paesaggi dell’infanzia descritti con toni lirici e fiabeschi. Così Camilleri crea, partendo dal rapporto uomo-natura, le metamorfosi che segnano questi tre romanzi, quella della donna-sirena, della donna-albero e della donna-capra.
Questa l'esatta sintesi dei tre romanzi di Camilleri: la si trova nella premessa della tesi di laurea di Dalila Proietto (A.A. 2009-2010), relatore Prof Remo Cacciatori, che consiglio vivamente di leggere. (qui sotto il link)

http://www.vigata.org/tesi/trilogia.pdf

Questo l'incipit di Maruzza Musumeci:

Gnazio Manisco ricomparse a Vigàta il tri di ghinnaro del milli e ottocento e novantacinco, che era oramà quarantacinchino, e in paìso nisciuno sapiva cchiù chi era e lui stisso non acconosceva cchiù a nisciuno doppo cinticinco anni passati nella Merica.

Questo di Il casellante:

Il treno a scartamento ridotto che si partiva dalla stazione nica nica di Vigàta-Cannelle diretto a Castellovitrano, ultimo paìsi sirvuto dalla linea, ci mittiva chiossà di 'na mezza jornata per arrivari a distinazioni, dato che le firmate previste erano quasi 'na vintina, a non considerari quelle impreviste dovute a traversamenti di mannare di capre e pecori opuro a qualiche vacca che pinsava bono d'addrummiscirisi 'n mezzo alle rotaie.

Questo di Il sonaglio:

Alla prima duminica del misi di fivraro del primo anno che il seculo novo era ancora un agnidruzzo che non arrinisciva a tinirisi supra alle so' bamme, capitò che le dù campani della chiesa matrici si misiro a sonari alla dispirata che manco erano le quattro del matino.

Personalmente trovo delizioso il linguaggio inventato da Camilleri, definito pastiche linguistico, la cui base è indiscutibilmente l'italiano con innesti di siciliano, un'operazione di tipo lessicale, non di sintassi, secondo gli esperti che hanno trattato l'argomento: qui sotto si può approfondire:


Da qualunque parte la si esamini questa resta, comunque, una lettura divertente, arguta, scorrevole, densa di informazioni che riguardano la realtà, la storia, le superstizioni, leggende e miti di una terra meravigliosa: la Sicilia.

lunedì 21 dicembre 2015

John Grisham - IL BROKER - Mondadori 2006 - € 5,00



Questo Grisham l'ho ricevuto molto tempo fa, insieme ad un mucchio di altri libri, da quel mio fratello che periodicamente deve disfarsene per problemi di spazio. Non lo avrei mai comprato, non è il genere che prediligo, inoltre ho una forma di idiosincrasia per i bestseller al punto che, quando mi trovo ad acquistarne di un  qualche autore che amo tipo Eco, lo faccio decantare nella libreria anche un anno prima di leggerlo. Sintomo maniacale di lieve entità, che può comportare però, come è accaduto più volte, di dimenticare di aver comprato quel tal libro. 
Per tornare a Grisham, ho deciso di leggerlo solo dopo aver scoperto che, come Almost blue di Lucarelli, anche Il Broker è ambientato a Bologna; naturale quindi la curiosità di vedere  come veniva rappresentata, da questo avvocato americano che è stato anche deputato democratico dal 1983 al 1990, una città italiana così particolare.
Bologna è una città che conosco superficialmente, essendoci stato poche volte, prevalentemente di passaggio, o per aver girato solo nel suo centro storico. La sorpresa di trovare in questo legal-thriller una descrizione così particolareggiata della città, è stata grande. Tanto che da questo libro ho appreso che:

Da otto secoli il santuario dedicato a San Luca (*) veglia sulla città dal Colle della Guardia, avamposto appenninico alto oltre trecento metri. Per arrivarci senza bagnarsi o scottarsi i bolognesi decisero di costruire ciò che sapevano fare meglio: i portici. A partire dal 1674, e andando avanti senza interruzioni per sessantacinque anni, realizzarono una serie di archi: 666 su un percorso che con i suoi 3,6 chilometri è il portico più lungo del mondo. (.......) Per finanziare quel gandioso progetto Bologna impiegò la sua notevole ricchezza. E, in una rara dimostrazione di coesione tra le fazioni in lotta, ogni arco del porticato fu realizzato grazie alle donazioni provenienti da mercanti, artigiani, studenti, congregazioni religiose e famiglie nobili. Per lasciare una traccia della loro partecipazione, e quindi per assicurarsi l'immortalità, ciascuno ebbe l'autorizzazione di affiggere una targha di fronte al proprio arco.   

(*) In realtà, dedicato alla Madonna di San Luca.




So benissimo che quando si ambienta un romanzo in una data città, è necessario documentarsi, conoscere il nome delle strade, dei posti più importanti per rendere realistica la narrazione, ed oggi con internet è decisamente più facile farlo, che non quando Emilio Salgari - uno degli autori più prolifici italiani - passava giornate intere alla Biblioteca Civica Centrale di Torino consultando mappe e racconti di viaggi esotici, alla ricerca di ambientazioni e spunti per i suoi racconti. Ciò non di meno, va dato atto al bravo Grisham di aver raccontato molto bene Bologna, tanto da risvegliare in me il desiderio di tornarci per visitarla bene, come merita.


Del romanzo non racconto niente, perchè di un thriller non si deve dir niente, e poi detesto quelli che per radio o televisione non riescono a parlare di un libro o di un film senza raccontarlo. Mi limito a dire che è' avvincente, come dev'esserlo un thriller, ha un ritmo incalzante, è scritto molto bene e non ci si annoia a leggerlo.

domenica 13 dicembre 2015

Carlo Lucarelli - ALMOST BLUE - Einaudi Stile Libero 1997 - £ 13.000



Da ragazzo ero un lettore compulsivo, leggevo di tutto, poi ho iniziato a lavorare al magazzino della Mondadori di Roma e qui, ogni settimana, regalavano ai dipendenti una copia di tutte le pubblicazioni in edicola, e allora vagonate di libri gialli, spionaggio, fantascenza.... una vera indigestione. Da allora ho smesso si leggere narrativa di genere. 
Questo Almost blue  di Carlo Lucarelli mi è stato consigliato, e donato, da persona che stimo come lettore, daltronde apprezzando Lucarelli come conduttore televiso di mistery e noir non potevo dubitare che il romanzo fosse interessante, anche grazie a quel titolo che rimanda al noto brano di Elvis Costello che Chet Baker ha portato a un successo planetario.

Ho quindi iniziato a leggere il romanzo nella migliore disposizione di spirito. L'attacco è esplosivo come..., come l'inizio del fim Chi ha incastrato Roger Rabit, lo ricordate?:

   Il primo carabiniere che entrò nella stanza scivolò sul sangue e cadde su un ginocchio. Il secondo si arrestò sulla soglia come sul bordo di una buca, agitando le braccia aperte, per lo slancio.
   - Madonna Santa! - urlò, serrando le guance tra le mani, poi si voltò e corse nel pianerottolo e giù per le scale e oltre la porta e fuori, nel cortile del palazzo, dove si aggrappò al cofano della Punto bianca e nera e si piegò in avanti, spezzato da un conato violento.
   In ginocchio sul pavimento, al centro della stanza, la pelle dei guanti incollata al pavimento appiccicoso, il brigadiere Carrone si guardò attorno e gli sfuggì un singhiozzo roco, quasi un rutto. Provò ad alzarsi, ma scivolò sui tacchi, cadendo indietro sul sedere e poi su un fianco con uno schiocco umido e vischioso. Cercò di appoggiare la mano ma il braccio gli scappò di lato, lasciando una strisciata più chiara sulle mattonelle rosse. Finì con la schiena a terra, senza riuscire a sollevarsi, come in un incubo. (.....)

E' la scena molto realistica di un delitto, descritta con un grande impatto visivo come se anzichè le parole scritte venisse usata una telecamera. Tutto il romanzo è costruito in questo modo, un poliziesco ambientato in una Bologna dei nostri giorni, con un'ispettrice di polizia impegnata nella caccia ad un serial killer, ma che  arrossisce quando il "capo" la guarda e non riesce a nascondere i fastidi che le procurano le mestruazioni.
Tutto funzionerebbe se il bravo autore non infrangesse quella regola che Umberto Eco in Sei passeggiate nei boschi narrativi (Bompiani, 1994), nel capitolo I boschi impossibili definisce in modo lapidario: regola fondamentale per affrontare un testo narrativo è che il lettore accetti, tacitamente, un patto finzionale con l'autore, quello che Coleridge chiama "la sospensione dell'incredulità". 
Cosa accade in Almost blue che - secondo me - interrompe il patto finzionale con l'autore? Semplice: in un romanzo poliziesco di tipo realistico, un serial killer  non può reincarnarsi di volta in volta nella propria vittima, assumendone oltre che l'aspetto anche le impronte digitali. La reincarnazione funziona nella mitologia classica, è normale se stai leggendo Ovidio, non Lucarelli.

Bravo, anzi bravissimo l'autore nel costruire le scene, i personaggi e le situazioni, ottima la scelta di raccontare la storia alternando le voci narranti per dare un ritmo incalzante alla narrazione, ma non può, anzi non deve barare: la reincarnazione, la metempsicosi, non è consentita nel poliziesco, fa parte di un'altra categoria narrativa e non è necessario conoscere le Venti regole per scrivere un romanzo poliziesco (1928) di S.S. Van Dine per saperlo.

Qui sotto il link per ascoltare Chet Baker che suona Almost blue, buon ascolto.

https://www.youtube.com/watch?v=z4PKzz81m5c