venerdì 16 agosto 2013

Miguel Delibes - EL CAMINO - Edìciones Destino Barcelona 2002


Come mi è già accaduto altre volte, ho trovato questo volumetto nel reparto Libri abbandonati della Coop di Genzano, dove spesso vado a disfarmi di libri di cui posso fare a meno o addirittura doppioni di edizioni diverse. L'autore è per me un perfetto sconosciuto, il libro è in lingua originale, e già questa  è sfida troppo stimolante per lasciarla cadere e, con l'aiuto del mio piccolo dizionario italiano-spagnolo, ho iniziato l'avventura di leggerlo che, dopo qualche giorno, si è felicemente conclusa, lasciandomi rattristato, come sempre quando i personaggi sono talmente vivi da riuscire a coinvolgere emotivamente il lettore.

Daniele, el mochuelo, intuisce a undici anni che il suo percorso di vita - el camino - dovrebbe essere tra i suoi amici, la sua gente, nel suo paese. Però il padre sogna per lui un destino diverso, lo vuole in città, a studiare prima al liceo e poi all'Università. La notte che precede la sua partenza, Daniele, insonne, con un nodo alla gola, rievoca le scorrerie con i suoi amici nei campi, alla scoperta della natura, il suo sguardo infantile ci farà conoscere i fatti e gli abitanti del villaggio, una vasta galleria di personaggi disegnati con umana simpatia e umorismo.

Questo l'incipit:
Las cosas podìan haber acaecido de cualquier otra manera y, sin embargo, sucedieron asì. Daniel, el mochuelo, desde el fondo de sus once años, lamentaba el curso de los acontesimientos, aunque lo acatara como una realidad inevitable y fatal. Después de todo, que su padre aspirara a hacer de él algo màs que un quesero era un echo que honoraba a su padre. Pero por él afectaba... 
Le cose sarebbero potute accadere in qualsiasi altra maniera e, tuttavia, successero così. Daniele, "la civetta", dal fondo dei suoi undici anni, lamentava il corso degli avvenimenti, benché li accettasse come una realtà inevitabile e fatale. Dopo tutto, che suo padre aspirasse a fare di lui qualcos'altro che un casaro era un fatto che onorava suo padre. Però per quanto lo riguardava...


C'è un dato nella biografia di Miguel Delibes (1928-2010) - forse uno dei maggiori scrittori contemporanei  spagnoli - che forse può spiegare perché sia così poco conosciuto in Italia e pochissimo tradotto, se delle oltre sessanta opere della sua imponente bibliografia, solo tre romanzi sono stati  pubblicati da Passigli: Signora in rosso su sfondo grigio, Lettere d'amore di un sessantenne voluttuoso e Diario di un cacciatore. Delibes nella guerra civile spagnola ha militato nelle file franchiste, wikipedia ne da notizia usando per pudore l'eufemismo  dalla parte nazionalista, come se la guerra civile spagnola fosse stato una sorta di Spagna contro il resto del mondo! 

Scrittore fecondo, attento al linguaggio e alla forma, proprio nel romanzo di formazione El camino, secondo una sua dichiarazione,  «per la prima volta mi spogliai di tutto ciò che era fittizio e me ne andai con un corpo pulito». Nel 1973 fu chiamato a far parte della Real Accdemia Española e per due volte, anni 2000 e 2007, fu candidato al premio Nobel.

Bello questo filmato nel quale Delibes racconta la sua terra La Castiglia.

https://www.youtube.com/watch?v=7xbugOsmEDM

Ultima curiosità, La biblioteca dell'Istituto Cervantes di Mosca porta il suo nome.

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