giovedì 3 maggio 2012

Pierrre Menard - LE LIVRE SEGRET de ALFRED AGOSTINELLI - Gallinaire Editeur Paris -









Sono un appassionato lettore della recherche proustiana, a cui sono approdato già avanti negli anni, e alla quale ritorno periodicamente, attratto da quell'atmosfera magica, creata dal solo valore della parola, poiché i fatti, come ben sa chi ha dimestichezza con Marcel Proust, si riducono a pochi accadimenti nelle oltre duemilaseicento pagine dell'opera, nella mondadoriana edizione dei Meridiani.

Quei lettori curiosi che, oltre Proust, abbiano letto qualcosa dell'innumerevole saggistica pubblicata intorno alla sua opera, ad esempio l'appassionante libro di Pietro Citati  La Colomba Pugnalata, conosce chi si cela dietro la dolce ed enigmatica figura di Albertine, anche se questo è insignificante ai fini della comprensione del testo, e nulla aggiunge al piacere che la lettura offre.

Ritengo, ma questa è una mia opinione personale, che tutto ciò che c'è da sapere di un testo si trova esattamente nel testo, e scavare nella vita dell'autore per sapere a chi si sia ispirato per creare un personaggio, non accresce il valore dell'opera, ed è altro rispetto a ciò che l'autore intendeva. Tra l'altro, lo stesso Proust nel Contre Saint Beuve  lo afferma chiaramente:«Un libro è il prodotto di un io diverso che si manifesta nelle nostre abitudini, nella vita sociale, nei nostri vizi». I personaggi creati dalla letteratura sono vivi non perché ispirati da persone reali, ma perché descritti con quell'intensità e partecipazione che li rende vivi nella lettura, sicché li amiamo e piangiamo o gioiamo con loro, e quando la parola fine pone termine al piacere della lettura, una profonda tristezza ci invade, come se un amico ci avesse lasciato.

In un mercatino improvvisato su un marciapiede nella zona tuscolana di Roma, mescolati a cianfrusaglie di ogni genere ho notato una decina di libretti in rumeno, tra questi, in francese, Le livre secret de Alfred Agostinelli,  intonso, con i quinterni ancora da tagliare. Sono curioso per natura, amo i libri insoliti, so chi era Alfred Agostinelli, e il fatto di conoscere solo superficialmente il francese non poteva essere un impedimento, e per pochi euro ne sono entrato in possesso.

La storia che il libro narra ha dell'incredibile, uno di quei casi in cui si dice che la realtà supera la fantasia, intendendo con ciò che un narratore per quanto bravo e fantasioso possa essere nel descrivere la vita, non sia tuttavia in grado di rappresentarne le infinite, paradossali possibilità. In altre parole, le cose non sono quelle che sembrano, almeno non sempre e non sic et simpliciter.

Alfred Agostinelli, l'autista diciannovenne, che nel 1907 aveva accompagnato Marcel Proust in Normandia a vedere boschi, chiese e abbazie, nel 1913 ne divenne segretario, con l'incarico di copiare a macchina la Recherche, per questo si installò con la moglie Anna, andando ad incrementare la numerosa comunità che a vario titolo occupava il grande appartamento di Proust, in boulevard Haussmann.

Proust  era innamorato  di questo giovane che aveva un'intelligenza deliziosa e che dimostrava di essere ingegnoso e pieno di risorse; ma nel dicembre del 1913 improvvisamente Agostinelli lascia la casa di boulevard Haussmann, forse a causa di gelosie nate all'interno della piccola corte. Proust, disperato, fece di tutto per farlo tornare, mandando amici in missione, offrendo denaro alla famiglia, un vero e proprio caso di stalking che indussero gli Agostinelli a simulare l'incidente aereo e la morte di Alfred. Forse l'idea dell'incidente aereo venne a seguito di una lettera che, affranto per i tentativi andati a vuoto, Proust gli scrisse:

"Se mai la sventura volesse che voi aveste un incidente di aeroplano, dite a vostra moglie che non troverà in me né un protettore, né un amico, e non avrà mai un soldo da me."

Che la morte di Alfred-Albertine fosse una messa in scena, forse deve averlo intuito il disperato Proust se all'io narrante nella Fuggitiva (7° volume della recherche) fa ricevere, mentre si trova a Venezia con la madre, un telegramma di Albertine (morta nella prima parte del libro) che gli scrive:

"Amico mio, voi mi credete morta, scusatemi, sono vivissima, vorrei vedervi, parlarvi di matrimonio, quando ritornerete. Affettuosamente, Albertine".
a cui non da nessun seguito, perché ormai, dopo la sofferenza dell'abbandono e della morte non ama più la fuggitiva.

Fin qui, a parte la simulazione dell'incidente, nulla che non fosse ampiamente divulgato nelle varie biografie, la novità che questo sorprendente libro ci dice riguarda la data e le circostanze  della morte di Agostinelli, che non sarebbe avvenuta il 30 maggio del 1914, durante una lezione di volo, ma a settembre,  durante un combattimento aereo sul fronte della Marna.


"Il destino mescola le carte e noi giochiamo". Arthur Schopenhauer

2 commenti:

  1. Un post davvero interessante. Anche io sono un devoto di Marcel Proust. Ho scritto anche qualche pagina su questo incontro letterario. La trovi su diariomusicale.com
    (ti propongo questa lettura perché mi piacerebbe raccogliere le tue impresionio di lettore attento e preparato).
    In ogni caso complimenti per il tuo bel Blog e buon lavoro.

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  2. Dopo aver percorso in lungo e in largo il tuo diariomusicale, mi sorprende, e mi gratifica, che tu abbia trovato interessante questo post. La fantasia di un dilettante di finzioni, scompare di fronte alla costruzione di una cattedrale che non credo abbia eguali nella nostra storia letteraria. Mi sono permesso di segnalare al gruppo Facebook denominato proustemi la pagina riguardante Marcel Proust. Tra gli amici del gruppo ce ne sono molti che si occupano di musica. Ti ringrazio dell'attenzione, sono ammirato del tuo lavoro e ti auguro un grande successo. Cordialmente. Giorgio Metalli

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