martedì 12 luglio 2011

Gina Lagorio - TOSCA DEI GATTI - Garzanti 1988 - £ 13.000



Come ho fatto a dimenticarmi di Tosca? No, non la famosa cantante, creata da Sardou e resa immortale da Puccini, no no, semplicemente Tosca, la portiera del condominio al mare, sull'Aurelia, in quel paesino ligure vicino Loano.

Ma è facile dimenticarsi di lei, un po' grigia, un po' sformata, avanti con gli anni, sola; coi gatti che la seguono quando lava le scale....

Povera Tosca, durante l'inverno il condominio si spopola e resta sola con i suoi gatti, neanche più le quattro chiacchiere con quei pochi condomini che le danno retta. Tosca è rimasta vedova troppo presto e risente della mancanza di un uomo vicino a lei, vive senza una prospettiva. Ha avuto una storia con uno del luogo, uno sposato, che viveva una situazione difficile in casa, ma poi tutto è finito, lui è tornato all'ovile e lei è rimasta più sola che mai.

Per fortuna quei due giornalisti, Tonì e Gigi, che hanno capito la sua umanità e le sono vicini, la fanno sentire viva....

E' un bellissimo romanzo, con due livelli di scrittura e una storia a incastro, ma non voglio anticipare niente per non rovinare il gusto della scoperta a quei fortunati che non lo hanno ancora letto.

Anche se nata nel 1922, Gina Lagorio è stata una scrittrice della generazione degli anni trenta, con Gesualdo Bufalino, Umberto Eco, Fulvio Tomizza, Vincenzo Consoli, Dacia Maraini e altri. Piemontese di nascita, ligure di adozione, poi a Milano. Ha scritto opere di narrativa: Il polline (1966), Approssimato per difetto (1971), Qualcosa nell'aria (1975), La spiaggia del lupo (Premio Campiello 1977), Golfo del paradiso (1987), con Tosca dei gatti ha vinto il Premio Viareggio 1984. Ha scritto opere di saggistica su Fenoglio, Sbarbato, opere teatrali e libri per ragazzi.

Come anticipazione del piacere della lettura, questo bellissimo, intenso periodo, che solo una grande sensibilità femminile poteva scrivere:
Per le scale, all'ultima rampa, Tonì si bloccò: ancora il lamento di Paletta! Non era un miagolio, un modo di chiedere cibo o acqua o compagnia, o semplicemente una comunicazione di esistenza: era un pianto simile a tutti i pianti lacrimati degli esseri vivi: era lei, lo sapeva bene, la gattina che aveva raccolto sulla strada e che era cresciuta dimenticando i disagi e l'abbandono della primissima infanzia, che poi era stata con lei e con Gigi un'adolescente bizzarra e festosa, la testimone lunatica e divertente della loro vita di amanti-amici, che quando era coccolata, regrediva immediatamente, esigendo con prepotenza testarda quello che le era mancato nascendo: succhiava subito, quel che le capitava, il golf o il colletto di una camicia, rimpicciolendosi, un esserino caldo che chiedeva calore, fusando convinta nell'illusione di riappropriarsi del calore materno che le era stato sottratto.
Bello, intenso, vero. Un libro da leggere assolutamente.

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