domenica 5 giugno 2011

Luigi Accardi - PUPI DI ZUCCHERO E FRUTTA DI MARTORANA - ilmiolibro.it


Quando l'invenzione dei caratteri mobili tolse agli studenti delle università europee gli importanti introiti derivanti dalla copia dei classici, nessuno pensava quali immani conseguenze avrebbe avuto sulla diffusione della cultura, fino ad allora saldamente nella mani del clero e della nobiltà.

Fino ad anni recenti era possibile, entrando nella bottega di un tipografo, assistere al miracolo della composizione di una pagina da stampa, un manifesto, un annuncio, e seguire il lavoro del tipografo che posizionava ciascuna lettera , componendo il testo al rovescio. Anche se nel frattempo era nata la linotype e la semplificazione aveva fatto un gigantesco passo avanti, perchè la composizione avveniva attraverso una tastiera che comandava la fusione del piombo dei caratteri destinati alla stampa, nelle piccole tipografie si componeva ancora a mano. Poi la fotocomposizione nei primi anni settanta mandò in pensione il piombo fuso e iniziò l'era del computer.

Con internet, rotte tutte le frontiere, ognuno di noi può accedere al self publishing con un semplice clic del mouse. E' un bene? E' un male? E' innanzi tutto un fatto democratico che consente alla creativà di ciascuno di potersi liberamente esprimere.

Luigi Accardi, l'autore che presento oggi agli amici del blog, è una figura caratteristica del quartiere dove vive: lo si incrocia spesso nelle vicinanze di una delle tante buone pasticcerie che il quartiere tuscolano offre ai golosi, e incontrandolo gli piace consigliare o sconsigliare un dolce che nel frattempo ha provato, sempre con una grande affabilità e simpatia.

La sua passione per i dolci lo ha portato a scrivere questo simpatico libricino che ilmiolibro.it gli ha pubblicato, facendolo distribuire dalla Feltrinelli. Si tratta di una breve autobiografia, di quando era bambino e poi ragazzo a Campoballo in Sicilia negli anni del dopoguerra. La scuola, gli amici, i giochi, le persone incontrate e sopratutto il cibo e i dolci, che rappresentano le esperienze formative del giovane Luigi.

Il suo è lo stile colloquiale dell'affabulatore, poco attento semmai alla struttura del racconto, che sorvola, per inesperienza narrativa, e per la mancanza di un editor, su aspetti che sarebbe stato interessante approfondire, non ultimo la storia della frutta di martorana che da titolo al libro.

Nell'insieme una lettura leggera, che ci porta a scoprire la vita semplice in un paesino della provincia siciliana, negli anni '50. Ad maiorem, Luigi.

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